Una ricerca della dottoressa ing. Giulia Grazi

 

 


Notizie storiche con particolare riguardo a G.B.Clemente Nelli.

Notizie archivistiche e patrimoniali in particolare di Vincenzo Viviani, con riferimento all'empolese.

 

 

 

· · · · Chi si avventura nelle vecchie carte dei secoli passati (anche superficialmente e ,come me, con poca competenza storica e archivistica ) avrà con molta probabilità notato come di frequente si accavallino e si intreccino storie e personaggi; sia per la minore densità della popolazione che per la limitata e quasi predestinata emergenza di figure notabili, talvolta lo stesso individuo si riaffaccia all'attenzione per le motivazioni più disparate e imprevedibili. Questo mi è successo più di recente con Giovanni Battista Clemente de’ Nelli (d'ora innanzi GBC per brevità) che direi con petulanza e accanimento si è ripresentato su vari fronti nelle mie saltuarie ricerche, costringendomi ad un interesse particolare per la sua eminente ma ormai obliata personalità, così spesso collegata con l'empolese . Nasce il nostro a Firenze nel 1725 , postumo al padre ( fatto al quale sicuramente è dovuta la quasi omonimia) Giovanni Battista , anch'esso poliedrico personaggio, la cui biografia fu scritta proprio dal figlio . Per sommi capi : dopo studi di retorica e filosofia, fu allievo di Vincenzo Viviani per le matematiche e per l'amministrazione territoriale (bonifiche, strade ecc., alla gestione delle quali collaborò col suddetto), nonché di Giambattista Foggini per l'architettura e il disegno . Entrambi divennero poi suoi amici, e per il Viviani in particolare progettò la facciata del famoso "Palazzo dei Cartelloni" su cui torneremo . Fu eletto Senatore nel 1718 e sepolto sotto le volte di S.Lorenzo . Apparteneva all'antica famiglia de' Nelli, già anche Ghetti Sinibaldi da Montecuccoli (1), quelli di Dante, del "Canto dei Nelli",di "Marietta de' Ricci" (2), cittadini fiorentini da secoli nel Quartiere di S..Giovanni, Gonfalone Leon d' Oro . Sul loro stemma, disseminato in mezza Toscana per gli incarichi politici e amministrativi assommati, compare un toro o un bove. Fra gli antenati che ci riguardano, si può ricordare Polissena Nelli, nelle Domenicane col nome di Suor Plautilla (3), della quale nella sala 6 del museo della Collegiata di Empoli si conserva una Madonna, o più propriamente "Le nozze mistiche di S.Caterina". Torniamo al nostro GBC "il giovane", che studiò a Pisa e a Bologna, fu Patrizio e Senatore Fiorentino, consigliere dell'Ordine dei Cavalieri di S.Stefano, Amministratore dei Monti Pii. Buon musicista, si distinse come matematico e architetto (contribuì all'erezione della celebre fabbrica di porcellane Ginori), archivista, bibliofilo e raccoglitore antiquario, conciliando questi molteplici interessi con impegnativi incarichi granducali ; fu infatti ad esempio nel 1764 "onorato da Francesco I dell'impiego di Provveditore dell'Uffizio de' Fossi a Pisa", nel 1768 Pietro Leopoldo lo nominò Soprasindaco del Magistrato de' Nove e Magistrato di Parte Guelfa, nel 1781 ancora Soprasindaco e Soprintendente all'Economico della Camera della Comunità. Ma con Pietro Leopoldo in particolare i rapporti non dovettero essere tanto buoni se il Granduca appunta, nelle sue "Relazioni…" : "Monte Comune. Soprintendente , Sen. Nelli, è uomo che non manca di un certo talento, ma di cattivo cuore e carattere, pericoloso, brigatore, da allontanarsi sempre e non impiegarsi mai in niente, quando sarà soppresso il Monte.". Del resto, anche su altri fronti, il suo "caratteraccio" traspare spesso, e le liti e i contenziosi nel corso della sua vita sono numerosi.

Convolò a nozze nel 1753 con Anna Scarlatti (non del ramo dei proprietari del Cotone) e nel 1767 con Ortensia Berardi; da questi due matrimoni nacquero otto figli di cui solo uno, Sinibaldo, ebbe un erede maschio, omonimo al nonno, militare di carriera, che si spense precocemente "per crudel morbo" nel 1834. La famiglia si chiuderà col più longevo Ugo Niccolò, fratellastro di Sinibaldo, Cavaliere di Malta, morto nel 1854. Sono costretta ora a fare un passo indietro di diversi secoli, fin dove ho avuto occasione di arrivare, per dare un senso agli ulteriori collegamenti di GBC col nostro territorio.

Nel 1476 Raffaello di Pagolo di Raffaello Benivieni eredita dal padre col altri beni la villa e i possedimenti del Loro (4) (Martignana-Empoli), che restano della famiglia fino all'ultima discendente Francesca, cui pervengono nel 1618 a sua volta dal padre Raffaello di Pagolo di Raffaello Benivieni (5). Francesca convola a nozze col Sen.Ottavio Capponi e, al momento della sua morte avvenuta nel 1648, i suoi beni (6) passano ai figli Abate Raffaello e Girolamo Capponi. Deceduto l'Abate Raffaello resta a Girolamo il "podere con casa da Signore e lavoratore nel Popolo di S.Maria a Tornio (sic, e ripetutamente) luogo detto Alloro" ecc.ecc.; purtroppo anche l'ultimo Capponi Antella nel 1662 muore senza eredi diretti beneficiando della sua eredità i "poveri Vergognosi" fiorentini, i di cui procuratori rapidamente "monetizzano" il lascito, alienando in particolare i beni empolesi a Vincenzo Viviani (7), assiduo frequentatore, per lavoro e per ascendenze familiari, di quella zona. Vincenzio di Jacopo di Michelangelo Viviani è proprio il discepolo di Galileo Galilei di cui scrisse una famosa vita, anch'esso matematico-fisico, filosofo, astronomo, che nel culto del grande maestro, assistito devotamente fino alla morte, proseguì durante lo sua lunga vita ad onorarne la memoria (8), non riuscendo però a completare il fine, stante le riserve caparbie della Chiesa ufficiale,(9) di un adeguato monumento funebre in S.Croce (dove già del resto giacevano le spoglie di tutti gli antenati di Galileo). Pur presagendo dagli eventi che in un futuro più o meno immediato questo legittimo riconoscimento avrebbe dovuto concretizzarsi. Ma in parte riuscì a portare avanti il progetto di "dedicare" il suo palazzotto a Firenze in via dell'Amore , acquistato in buona parte grazie alla generosità di Luigi XIV, all'adorato Maestro, ornandone la facciata con cartigli e sculture, come da disegno dell'amico Nelli. Avanzandosi la vecchiaia, redasse un testamento (credo inedito, anche se conosciuto e richiamato in diverse pubblicazioni) che in buona parte merita di essere riportato, se non altro per fare una tardiva quanto vana denuncia delle ingiustizie perpetratesi in seguito con la disattenzione delle estreme volontà del discepolo prediletto di Galileo Galilei:

……il sig. Vincenzio del q. Jacopo del q. Michelangiolo Viviani Nob. F.no e matematico del Granduca di Toscana ns. Signore, volendo disporre delle sostanze conceduteli dalla provvida e liberale mano dell'Altissimo Dio.... primeramente raccomanda la sua anima....in quanto al suo cadavere lascia che sia sepolto nel modo e luogo che appresso si dirà con la più modesta spesa nel funerale che parrà, e piacerà alli infrascritti eredi del presente testamento…. scudi 10 di lire sette l'uno ai Carmelitani per messe.. scudi 6 al rev.Martino carmel. scalzo in hoggi suo confessore..... Ancora, ritrovandosi esso sig. testatore di havere fatto scolpire in marmo più anni sono l'effigie o volto con più che mezza figura dell'incomparabile filosofo, geometra e astronomo Galileo Galilei Nob.F.no di cui egli si gloria di essere stato negli ultimi tre anni della di lui vita nei quali seco ei convisse, l'ultimo de' Discepoli in quelle eminenti scienze, et havendo intenzione di collocarla nella Chiesa di S.Croce in questa città dove esso Gran Galileo e' sepoltuario, et incontro al sepolcro del celebre M. Buonarroti Nob.F.no anch'esso estupendo nelle nobili arti della pittura, scultura et architettura (L'uno e l'altro d'inestinguibile splendore alla patria di esso sig. testatore) con che sotto la detta figura si riponghino l'ossa del prefato suo veneratissimo maestro che di presente sono in deposito nel Noviziato dei P.P. Priori non conventuali di detta Chiesa, e vi si affigga un conveniente epitaffio in marmo nel quale si esprimano le di lui ammirande scoperte ne' cieli e nella natura; perciò se il sig. testatore non haverà adempiuto in vita questo suo affettuoso sentimento di gratitudine verso di un tanto maestro Lascia, et ordina che si adempisca subito doppo la sua morte, con spesa ed arbitrio degli infrascritti suoi esecutori eleggendo la sepoltura per il suo proprio cadavere nella detta Chiesa di S.Croce sotto la detta statua, e memoria del med.mo Gran Galileo, et accanto, o sotto alle di lui ossa quando saranno ivi trasportate, et in tanto che non sarà adempiuto il suddetto suo concetto, vuole, et ordina che il suo cadavere si ponga in deposito, vicino a quello del med.mo sig.Galileo, e che tutto quanto sopra ha disposto intorno al detto sepolcro, e memoria, et al proprio cadavere si adempisca col disegno del sig.Gio.Batta Foggini insigne scultore f.no amico carissimo ad esso testatore, (e di mano del quale, e prima opera è la statua medesima) con la direzione e soprintendenza totale del sig. G.Battista del q. sig.Agostino Nelli nob.F.no (uno dei medesimi suoi esecutori, e singolare idea della vera amicizia) e col denaro, o ritratto di mobili, che si troveranno alla morte del medesino testatore, de' quali si dia ad esso sig.Foggini quella recognizione che gli sarà dovuta per tal disegno secondo che parrà ad esso sig.Nelli. ...... ai Carmelitani per Messe ai suoi genitori sepolti nel l'antico sepolcreto de' Cioni e dei Viviani in S.Maria Maggiore (ai piedi del pilastro sul quale sta il pulpito)...... Ancora asserendo il sig. testatore di havere speso, e pagato de suoi propri guadagni, grossa somma di danari contanti per il sig.Francesco Viviani suo fratello assente, che Dio sà dove egli sia, e se ei viva, ordinò volse e dispose che i suoi sigg. eredi non molestino detto Francesco, o i di lui beni, o i di lui eredi per qualunque credito che havesse con lui il sig. testatore… a Suor M.Sestilia Viviani sua amatissima sorella scudi 12 per servirsene nei suoi propri bisogni più uno scudo il mese anticipato durante la di lei vita, con espressa dichiarazione e condizione che né direttamente né indirettamente si acquisti alcun jus a nessun superiore...altrimenti non vuole che abbia effetto il detto legato, ma sia come se fatto non fosse......... lascia a Anna e Teresia Viviani sue care sorelle l'usufrutto delle case in via dell'Amore, accresciute di stanze, nobilitate e modernate con i donativi e pensioni della Maestà il re Cristianissimo Luigi XIV il Grande… Ancora ritrovandosi esso sig. testatore una copiosa libreria tutta messa insieme da lui co' denari de suoi propri guadagni altrettanto leciti, e giusti, quanto affaticati con somma industria, et applicazione, accorpati nella parsimonia, et astinenza da ogni altra propria soddisfazione e bramando che tale sua Libreria, nella quale sola ha goduto quiete, e felicità in vita sua, si conservi a pubblico benefizio, e per comodità di chi volesse in essa studiare lasciò e dispose che, seguita che sarà la sua morte dagli infrascritti esecutori sia quella consegnata insieme con tutti i quadri di ritratti di famosi matematici, geometri e Astronomi che si troveranno in casa di esso sig. testatore (escluse però le casse e scaffali) al preg.mo sig. Abate di S.Egidio e Spedalingo di S.M.Nuova... perche' da esso sia fatta collocare nelle stanze della Libreria di detto Spedale, in luogo comodo da potervicisi studiare da chi ne avesse desiderio e diletto... con condizione e proibizione espressa che i libri di essa non si prestino ad alcuno.... e che si metta affisso al muro un marmo nel quale si legga: libreria lasciata da un mathematico di S.A. R.... che siano conclusi i lavori in via dell'Amore sotto la giurisdizione del Nelli e sulla facciata, sopra la porta principale, si affigga l'arme della fam.Viviani… In tutti i suoi beni tanto stabili, che mobili, e semoventi, ragioni e azioni…… nominò il sig.Jacopo Panzanini suo nipote di sorella, ben che all'hora si ritrovasse in stato sacerdotale, ma però al secolo; al quale sig.Jacopo, vulgarmente e per fidecomisso, sostituì Panzanino suo fratello carnale e che, come di età maggiore già sono molti anni che fu impiegato in carica per servizio di S.A.R. con condizione però, e non altrimenti se detto sig.Panzanino non haverà richiesto, ne' richiederà rimborso nessuno per la spesa per detto Jacopo suo fratello, e per i suoi alimenti et occorrenze. Al quale Panzanino vulgarmente e per fidecommisso sostituì Vincenzo q. Carlo q. Vincenzo del prefato celeberrimo matematico e filosofo G.Galilei, e ciò in segno di gratitudine e memoria ossequiosa, che conserva il detto testatore al predetto gran Galileo dall'erudizione et insegnamenti del quale acquisto qualche cognizione delle verità mathematiche . Al quale Vincenzo Galilei vulgarmente e per fidecommisso sostituì il figlio maggiore maschio che fosse nato da Francesco Viviani fratello carnale del sig.testatore, e di suo legittimo matrimonio a principio di sua concezione, e non legittimato per susseguente matrimonio... Al quale figlio maggiore di detto Francesco Viviani, vulgarmente e per fidecoimmisso sostituì il sig. G.Battista Nelli e li suoi figli e discendenti maschi... in infinito che saranno al secolo.... sinchè dureranno i discendenti maschi di detto G.Batta.... Al quale Gio.Batta Nelli e suoi figli e discendenti maschi sostituì il sig.Michele Roti (stesse clausole) poi l'avv.Luca Fantoni, C. Ridolfo Paganelli, Orazio e Luca della Rena, i figli di Leonardo Del Riccio, priore Francesco di Luigi Viviani, Raffaello Rilli, Camillo Gherardini (sposato con una parente), i figli del Conte Ottavio ? parente lontano, P.Franco Borgherini, G.Francesco Averani, i figli del dott. Andrea Salvini, G.Manetti, Rondinelli, Benvenuti Federighi.

Dichiarando e affermando qui il sig.testatore che nel nominare e sostituire i chiamati da esso fin qui, si è rimesso in tutto al volere dello Spirito Santo, che gliene ha con tale ordine suggeriti perché, per altro si professa a tutti sommamente obbligato dispiacendogli di non poter fare di più che di sostituirli con le loro discendenze a godere in terra di tutti quei beni temporali che alla Divina Provvidenza è piaciuto di compatirli, pregandoli bensì per le sacrosante piaghe del nostro Salvatore Gesù Cristo a gradire queste tenui dimostrazioni della sua gratitudine … Inoltre il medesimo sig. testatore vuole e dispone che quello che sarà l'ultimo dei sopradetti suoi chiamati…. debba nominare un nobile fiorentino di povero stato, e così in infinito (o ci pensino magistrati e consoli)... proibisce assolutamente l'alienazione di qualunque benché minima parte di detti beni ……. Si come ancora il sig.testatore si dichiarò, e dichiara, e vuole che in tutte le parti del presente suo testamento si intendano chiamati alla sua eredità... quelli che al tempo della delata successione si troveranno al secolo non in stato sacerdotale, o in sacris, se non saranno in religione claustrale o non entreranno in essa ; e si intendino chiamati... a godere l'eredità……. sino a che dureranno al secolo... Poi ché essendo, o entrando di poi in sacris o in Religione claustrale volse e vuole che in detti casi succeda quello che secondo l'ordine... dovrebbe succedergli se fosse naturalmente morto. Si come parimenti dichiarò dichiara e vuole che in ogni parte di questa sua disposizione sotto la parola figli e discendenti maschi, si intendino i legittimi nati a principio della loro concezione, di legittimo matrimonio, e non legitimati per susseguente matrimonio, o per qualunque privilegio, o dispensa etiam in radice matrimonij; si come sotto le dette Parole vuole che non si intendino le femmine, ne il monastero ò luogo Pio, verso de quali, sì come anche verso i Sacerdoti Secolari, et i Religiosi claustrali, ben che il sig.testatore habbia la dovuta devozione, et affetto, non di meno il suo pensiero è di provvedere col presente suo testamento a quelli che vivranno al Secolo, e perché il Principe che affatica per il governo de suoi popoli goda sempre i suoi diritti per occasione de Beni del sig;.testatore; e per ciò negli suoi Chiamati ha egli ricercato, e voluto, ricerca, e vuole le qualità sopra espresse, ciò è che si intendino chiamati secondo l'ordine delle suddette sostituzioni quelli che saranno al Secolo, e mentre dureranno in quello, e non in Sacris, nè in Religione claustrale, e non più oltre, e così di tempo in tempo, e di sostituto in sostituto in perpetuo.

 

 

Esecutori del presente suo testamento elesse, deputò, e pregò voler essere li suddetti sig. Gio Batta del q.Agostino Nelli, sig.Michele del q.Serg.Roti, sig.A.Fantoni. (10)

Deceduto il Viviani nel 1703, subentrarono nelle proprietà empolesi e fiorentine i nipoti ex-sorore Panzanini (11); morto poi nel 1733 l'Abate Jacopo, non essendo più in vita o addirittura mai esistiti (vedi l'ipotetico figlio di Francesco Viviani) i fidecommissari intermedi, prende possesso del patrimonio Viviani, com'era del resto prevedibile, Giovan Battista Clemente, ancora sotto il tutore Fantoni per la giovanissima età. A doverosa cura dello zelante tutore viene completato nel 1737 il monumento in S.Croce di Galileo . In verità nel corso della sua vita GBC non pecco' di ingratitudine nei confronti del munifico benefattore e delle sue intenzioni e, benché già assolto l'unico adempimento "legale" del sepolcreto, proseguì negli anni a coltivar le memorie sia del Viviani che del suo grande maestro. Così come quelle del suo mai conosciuto padre.

Nella sterminata "libreria privata de'Nelli" raccolse con amore di competente collezionista una gran copia di manoscritti di Galileo e dei suoi discepoli, e molte loro corrispondenze anche con uomini di Stato ed alti prelati . Qui si inserisce un gustoso e insieme amaro aneddoto, che ci testimonia la colpevole dispersione, da parte probabilmente dei Panzanini, di una gran mole di materiale galileiano :

 

 

 

Giovambatista Clemente crisse una ponderosa Vita di Galileo (12), considerata lo studio sullo scienziato " più vasto e documentato del XVIII secolo".

.Il Nelli fu uno scrittore fecondo anche su altri argomenti: nel 1753 redasse la biografia del padre, nel 1755 compilò le "Piante ed alzati di S.Maria del Fiore". Suo è anche il progetto e il disegno del monumento allo storico Giovanni Lami in S.Croce a Firenze. Infine nel 1772 prese a cuore la conclusione dei lavori e decorazioni al Palazzo dei Cartelloni, dove del resto aveva stabilito la sua residenza, salvo i soggiorni estivi al Loro di Empoli. Nel 1753, come lontano congiunto (13) dell'intestato Niccolò Bardelli, si trovò coinvolto, insieme ad una caterva di pretendenti aspiranti all'eredità con gli stessi ingarbugliati diritti di remota parentela , nella intrigata successione dello stesso, guadagnandovi inaspettatamente la proprietà di qualche podere a Monteboro (Empoli), attigui alla villa che invece toccò ai cognati Serrati. Da buon archivista-collezionista, si riservò con insistenza però il possesso delle vecchie carte (14) conservate nella vetusta abitazione, documenti di cui purtroppo non sono riuscita a trovare traccia, così come di parte dell'antica raccolta galileiana. Morto GBC nel I793, nel giro di pochi anni agli albori del XIX0 secolo ( grazie -si fa per dire- alle superficiali e arbitrarie sentenze del magistrato Supremo, che svincolavano i beni sottoposti a fidecomisso con ben precise intenzioni degli antichi testatori, secondo me da rispettare a oltranza) i poderi e la villa di Monteboro furono venduti ai Setticelli (15) e il possesso del Loro fu ceduto ai Bonelli (16), calpestando così nell'indifferenza di tutti le circostanziate volontà di Andrea Corsali (17) e di Vincenzo Viviani.

Come risulta su un libro in Bibl.Naz. descrittivo della provenienza dei vari fondi cartacei ivi giacenti , GBC si preoccupò, nel suo testamento del 1793, che i suoi preziosi manoscritti ecc non andassero alla sua morte dispersi e che, nel caso i suoi discendenti se ne fossero voluti disfare, dovessero consegnarli compattamente a una fondazione pubblica. Viceversa i suoi figli, trovandosi misteriosamente in breve tempo in tristissime e critiche condizioni economiche, nel 1805 tramarono di cedere l'archivio raccolto amorosamente dal padre e dagli avi ad un antiquario privato (fra l'altro vi si conservava la lettera con la quale Pietro di Niccolò Machiavelli informava il cugino Francesco Nelli della morte del padre) ; scoperta la tresca, l'archivio fu messo sotto sequestro e ne fu fatto un inventario e una stima dal Fontani della Riccardiana, che lo trovò purtroppo fraudolentemente depauperato. Il fondo fu infine acquistato da Ferdinando III: la parte libraria fu collocata in parte nella Collezione Galileiana della Biblioteca Palatina, e il resto della raccolta Nelli fu incorporato nella Magliabechiana nel 1822. Il "Fondo Nelli" è descritto nel vol.7 degli "Inventari dei manoscritti.." del Mazzatinti ed è incluso ora nel Fondo Nazionale(II). Ma dell'archivio Bardelli-Corsali proveniente dalla villa di Monteboro, così tenacemente preteso e sicuramente conservato dal G.B.C., non c'è purtroppo più traccia.

Per inciso nel Fondo Galileiano si trova un’interessante corrispondenza del Viviani con Cerchi, Del Papa, Marchetti, Serrati, ecc., tutti personaggi legati all'empolese.

Un'ultima interessante aggiunta alla biografia del nostro GBC. Come è noto Alessandro Marchetti (18), più conosciuto come traduttore di Lucrezio, fu allievo del matematico Borelli di cui ereditò la cattedra di matematiche a Pisa. Scrisse, pare con una certa approssimatività e diversi strafalcioni, il "De resistentia solidorum", subito criticato e contestato; per esempio Michelangelo Ricci, scolaro del Torricelli, comunicò a V.Viviani nel 1675 di aver consigliato al Marchetti di distruggerlo, e analogamente il Viviani ne scrisse velenosamente all'autore (19). L'avv.Francesco Marchetti da Pontorme, figlio dell'erudito, per rivalutare e sostenere la figura paterna, ne scrisse una biografia (20), nonché un libretto esplicitamente rivolto contro la memoria del Viviani. Insorse doverosamente GBC, erede morale e materiale di Vincenzo e delle sue ire contro il Marchetti, ergendosi a difensore dagli attacchi del detrattore: "fin dal 1759, per essere io stato in un libercolo indoverosamente attaccato dall'avv. F.Marchetti da Pontorme, mi convenne per mio decoro replicare", e stilò un "Saggio di storia letteraria fiorentina del sec.XVII scritta in varie lettere" -Lucca I759-, ove si risponde per le rime al pontormese, contestandogli e denigrando anche l'opera poetica del padre (21). Di questo libretto in un primo tempo fu vietata la pubblicazione, godendo il Marchetti della protezione d'uno dei componenti il Supremo Ministero, ma in seguito fu dato alle stampe. Il Marchetti si rifugiò nella influente cerchia dello storico Lami, di cui ottenne in un primo tempo l'appoggio facendogli pubblicare nelle "Novelle lette rarie" del 1762 al n. 50 una sua detrazione biliosa, che poi però sarà ritrattata nel 1763 al n.72. Non ho potuto trovare ulteriori sviluppi dell'alterco.

Chiudo questo troppo prolisso e forzatamente dispersivo discorso sul nostro dimenticato personaggio, confidando che possano nascerne ulteriori agganci, locali e non, e spunti di ricerca.

 

 

NOTE

1)I riferimenti con Montelupo restano da approfondire.

2)Ademollo . Marietta de’ Ricci Vol.III pag.1095.

3)Anche una figlia del ns.GBC si chiamerà, in memoria dell'ava, Plautilla, ma sarà al secolo e senza predisposizioni particolari. Viceversa la religiosa cinquecentesca (1523-1588) ebbe un certo talento come miniatrice e pittrice, tenendo anche una "scuola",secondo quanto resulta nella Guida del R.museo f.no di S.Marco del Rondoni. Per il Thieme-Becker –Band 25 p.386 Pulisena Nelli, pittrice a olio e miniaturista fu dal 1537 suora nel convento f.no di S.Caterina delle Domenicane (in p.zza S.Marco, oggi sede di un istituto militare). Fu allieva del pittore Fra Paolino da Pistoia,

secondo il Vasari che ne parla nella "Vita di Mad. Properzia de' Rossi, scultrice bolognese". Era figlia di Piero di Luca Nelli ed ebbe una sorella, Suor Petronilla, che scrisse una vita di Fra Gerolamo Savonarola. Si dice seguace di Fra Bartolomeo della Porta. Di lei restano : "Deposizione" nel museo di S.Marco a Firenze e "Cenacolo" su tavola al Convento di S.M.Novella.

4)Più frequentemente negli atti : l'Oro o Alloro

5)Decima Granducale 3657 . ASF

6)Decima granducale 2038 . ASF

7)Che anche in seguito, fino al 1696, continuerà ad ingrandire i possessi con l'acquisto di altri terre e immobili viciniori.

8)Noto l'ornamento del suo stabile in Via dell'Amore, ora via S.Antonino a Firenze, cosidetto "il Palazzo dei Cartelloni", decorato e strutturato guarda caso dall'architetto Giovan Battista Nelli senior, fino a pochi anni fa in miserrime condizioni, e finalmente di recente restaurato. Nelle due lunghe cartelle sulla facciata si tessono gli elogi del grande scienziato, dimenticando, come dicono le vecchie guide del TCI "Luigi XIV che aveva generosamente dato i denari per fare la casa".

9)In particolare si opponeva Urbano VIII, messo da Galileo nei "Massimi sistemi nella poco lusinghiera veste di Simplicio.

10) L'edificazione del Sepolcro in S.Croce fu caldeggiata e promossa anche da Michele Roti, Agostino (padre di Gio.Batta) Nelli, Della Rena, vari Ricci ecc.

11)Di cui il nonno Panzanino era stato Podestà dì Empoli nel 1628 e 29.

12)"Vita e commercio letterario di Galileo Galilei" Grazioli- Losanna'793-

13)L'ava paterna della moglie Anna Scarlatti era una Bardelli.

14)Obbiettivamente di vera e propria proprietà non si potrebbe parlare,dato che i beni Bardelli a Monteboro erano in realtà vincolati da un antico fidecomisso Corsali, anch'esso in breve volger di tempo disatteso.

15) famiglia da secoli residente a Brusciana, allora in particolare emergenza sociale ed economica anche a Firenze e Pistoia, che a sua volta, dopo una cinquantina d'anni, rialienò quei beni a Amedeo Del Vivo

16)Di Montrappoli che a loro volta dopo pochi decenni lo rivendettero a Mariano Bini

17)Omonimo nipote del Navigatore

18)Nato nella sua villa a Pontormo il 17/3/1632 . Afflitto dal mal della pietra, morì a 82 anni senza sofferenze, dopo essersi unto col miracoloso liquore di S.Nicola di Bari

19)"io non ho voluto pubblicare l'esanima del suo libretto, intorno al qua le avevo che dire pure assai dal principio sino all'ultimo, sì per non mettere alla berlina la reputazione di V.S., la quale io amo forse più di quello che ella non si crede, come ancora per non avvilire quella di noi altri toscani, perche pò poi finalmente il Castello di Pontormo è pure in Toscana…… Ella non contenta di professare la filosofia…..presumendosi molto più del dovere in geometria, si e' lasciata portare dalla soverchia ambizione..." Ecc.ecc.,con altre pungentissime beffe.

20)Vita e Poesie di A.Marchetti per opera e cura di Francesco M. suo figlio . Venezia 1755

21)Il Camerini osserva "Il Nelli avrà ragione sul punto dell'imperizia del Marchetti in geometria, avendo si' buoni mallevadori come il Ricci e il Viviani; ma ha torto nel premer tanto sulla condanna del volgarizzamento del Lucrezio....."

Descrizione della Pala del Viviani all’Accademia della Crusca RINVIGORITO13 settembre 1661 Par. 344 -69 x 39 In buono stato di conservazione. Motto: Quindi ripreser gli occhi miei virtute Soprannome: Rinvigorito . Sul verso: n. "125 " e il nome " VINCENZIO VIVIANI " * Vite con paglione alle barbe La pala fa parte dell'integrazione al corpus, prodotta nel terzo decennio del XIX secolo. Per le qualità fisiche e per le osservazioni stilistiche si rimanda a quanto detto per la pala del Divagato, alla quale è assimilabile. Sull'uso di proteggere le piante con paglia, si veda la pala del Custodito.

 

 

Genealogia Nelli (per gli antecedenti vedi ASF)

 

 

 

Giovanni Battista 1661-1725 Senatore 1718 Sepolto in S.Lorenzo

 

 

Giovanni Battista Clemente n.1725 +24-12-1793 senatore e cavaliere

Con Anna Scarlatti (725-767) nel 753

 

Con Ortensia Berardi nel 767

_____________|________________________

___________________|_________________

Plautilla n.27-2-753col Conte Annibale Ferniani di Faenza il 10-10-773

Avv. Sinibaldo n.756 +4-6-813con Laura Giorgi da Settimello il 28-10-795 Testa '800 (not.Frittelli)

|

Vittoria Con Valerio Valeri patrizio forlivese il 12-2-789

Gio. Lorenzo n. 769 +'854Cav. S. Stefano. Con M. Francesca degli Eusebi di Rieti. Con Maria di Ascanio Mosca |

Tommaso n. 773 +23-9-851Cav di Malta con M.Teresa Tassinari

Ugo Niccolò n. a Fi 10-9 776 +5-5-854 Cav di MaltaUltimo della famiglia

________________|_________________

|

 

 

Gio Battista Militare +1834 sepolto SMNovella Testa (not Giunti) pro sorelle

Lucrezia

a Palermo

Giuseppa con Giuseppe Bagarotti. Erede Federigo Signorini

 CarlottaGemma 1805-1850 Nel 46 con Giovanni Schippisi di Pisa +'49

 

 

 

 

 

 

 

Genealogia Viviani (Nicchio, S. Spirito)

 

 

 

 

Santi Viviani

 

 

 

 

Michelangelo

 

 

 

 

Iacopo

 

 

Paolo

Francesco n. 634 scompare

Ippolito

Prete Alamanno

Vincenzio 622-703 Testa 689

 

 

 

 

 

 

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